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PSICOSI

Le psicosi rappresentano, dopo le Nevrosi e le Perversioni, il terzo grande raggruppamento della nosografia psicoanalitica freudiana. 

Se le nevrosi sono organizzate sotto il dominio della rimozione e le perversioni sotto quello del diniego della castrazione, quindi, in un certo senso rimozione o diniego della soggettività desiderante, nelle psicosi il soggetto - inteso come struttura dell’essere “mancante”, “divisa”, in quanto separata dalla natura grazie alla parola significante che gli è pervenuta dell’Altro e che lo ha introdotto nell’ordine simbolico - non si è mai costituito poiché ciò che è stato rigettato radicalmente - forcluso, dirà Lacan - è l’origine stessa della parola significante, del Logos, della Legge che presiede all’ordine simbolico e che Lacan chiama il Nome-del-Padre, in quanto funzione che è assunta per lo più da quella figura - terza rispetto alla diade madre-bambino - che la madre dovrebbe presentare al figlio come padre.

Nello psicotico, invece, ima tale presentazione non è mai adeguatamente avvenuta, ma non perché è il padre reale che la madre abbia voluto negare al figlio, ma perché è il proprio desiderio di donna verso il padre del proprio figlio, vale a dire verso il proprio uomo, ch’ella ha rifiutato prima di tutto a sé stessa. Di conseguenza, è quello che Lacan chiama il Desiderio della madre per il padre del figlio, e non il padre in quanto tale, che è stato abolito, forcluso, dallo scenario materno: il bambino rimane così l’unico desiderio della propria madre, con tutte le conseguenze che ritrovarsi ad essere l’unico desiderio di qualcuno - soprattutto se questo qualcuno è la propria madre - comporta per un essere umano: venire fagocitato da un amore sconfinato e senza limiti, restare immersi nel mondo immaginario e nel linguaggio materno, non poter disporre del simbolico come luogo della parola condivisa, del legame sociale e dell’amore verso l’altro e verso altro che non sia la propria madre.

La strada verso la psicosi è così segnata, perché essere psicotico, al di là della presenza o meno dei sintomi che conosciamo, significa essenzialmente rimanere fusi e confusi nell’ambiente materno e nel suo linguaggio.

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LA QUIETE PUBBLICA

Diversamente da quanto succedeva in passato, sembra che oggi la psicosi non rappresenti più un "disturbo per la quiete pubblica". 

Anzi sono proprio le nuove forme della psicosi, tranquille, discrete, "ordinarie", che sembrano, oggi, -paradossalmente- garantirla maggiormente, trovando il loro modo di esprimersi proprio nella "normalità" condivisa. Addirittura perfino gli scatenamenti psicotici sembrano fare meno paura di un tempo, tanto sembra ci si sia abituati alle agitazioni, ai deliri, e pure alle allucinazioni di qualcuno, e che comunque sembrano trovare molto facilmente e subito la loro ragione d'essere e le loro fantasiose giustificazioni sociali, culturali, scientifiche, mediatiche e politiche. 

Insomma, la cosiddetta società civile non sembra sentirsi più tanto minacciata dalla follia, essendone in fondo abbastanza, discretamente, pervasa al punto di averne come fatta l'abitudine. 

E' piuttosto il nevrotico, l'isterico, colui cioè che pone la domanda sull'essere, e sul desiderio, che sembra oggi turbare molto di più la tranquilla normalità condivisa della società civile.

In fondo la vera minaccia oggi per l'ordine costituito è la domanda soggettiva, ossia la richiesta di un ascolto e non le anomalie, le azioni, le bizzarrie -le follie- che piuttosto sembra servano ad assicurarlo. 

Sembra essersi persa qualsiasi propensione e disponibilità per quell'ascolto che consenta di darsi e dare un tempo, al punto che sembra ormai farci molta più paura una domanda di aiuto che richieda un ascolto che le misure che si adottano per neutralizzarla proponendo soluzioni facili, immediate e che non richiedano di perdere tempo per ascoltarla.

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L'ANALISTA E LO PSICOTICO

Quando come analisti ci ritroviamo a curare pazienti psicotici, prima o poi non possiamo non chiederci cosa può fare un analista con uno psicotico.

Dobbiamo infatti tener presente che il rapporto tra un analista e un analizzante psicotico non può essere, come con il nevrotico, un rapporto tra un Soggetto Supposto Sapere (l'analista) e un soggetto che chiede di sapere la verità sul suo essere (il paziente), non vi è cioè un rapporto di Sapere/Verità. 

Con il paziente psicotico invece si stabilisce piuttosto un rapporto di godimento: l'analista è il Soggetto ritenuto in grado di assicurare la tenuta del paziente intorno al suo godimento che egli non sa come collocare. 

Più che dunque un rapporto di Sapere/Verità, il paziente psicotico tende a riprodurre con l'analista un rapporto di Sapere/Godimento.

Come dice J. A. Miller infatti, con lo psicotico, l'analista è piuttosto un partner di godimento, che un partner di sapere.

Il paziente psicotico tende pertanto a incontrare l'altro solo sull'asse immaginario.

Ne consegue allora che, spesso, come sottolinea opportunamente sempre Miller, nel lavoro con lo psicotico, l'analista non può che muoversi in due tempi, che possono alternarsi per molto tempo durante un'analisi o anche nello spazio di una sola seduta: un primo tempo che è quello del farsi trovare sull'asse immaginario, assicurando maternage e benevolenza, affinché il paziente lo possa incontrare come "altro dell'asse immaginario"; e un secondo tempo -appena e tutte le volte che è possibile- che è quello di rispondere invece dal piano del simbolico, affinché l'analista possa costituirsi anche -e si spera soprattutto- come "l'Altro rispetto all'asse immaginario".


NON TUTTI GLI PSICOTICI SONO FOLLI

Il concetto di Psicosi Ordinaria, stabilito da Jacques-Alain Miller, benché controverso, è utile alla clinica, in quanto si fonda sulla constatazione che non tutti gli psicotici sono necessariamente destinati alla follia. Vale a dire che non tutte le psicosi si scatenano in forme drammatiche, da TSO, per intenderci, e che anzi in molti casi le psicosi possono passare inosservate anche per una intera vita.

Cosa è allora che può far sì che, in un soggetto che non abbia mai dato segni di follia, all'improvviso questa si scateni al punto da poter dire: allora evidentemente questa persona era uno psicotico?



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