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GODIMENTO

Diversamente da quello che si crede, l’essere umano non persegue il proprio bene, ma il proprio godimento. Cosa si intende in psicoanalisi per godimento? Si intende la necessità di trovare soddisfazione attraverso la pulsione, vale a dire attraverso quella modalità illusoria che il soggetto mette in azione nel tentativo di raggiungere e impossessarsi dell’oggetto del soddisfacimento pulsionale. L’oggetto della pulsione è però un oggetto perduto, per cui la pulsione è destinata a rimanere eternamente insoddisfatta, imponendo al soggetto la sua ripetizione, al punto che - possiamo dire - la pulsione si soddisfa della sua stessa ripetizione e della sua stessa insoddisfazione. Il godimento è per l’appunto proprio questa necessità di ripetizione sotto il dominio della pulsione, quindi al servizio dell’inconscio, e non della volontà del soggetto e del suo desiderio. Solo il desiderio, infatti, può opporsi al godimento evitando che, lasciato a sé stesso, diventi distruttivo, e, d’altra parte, il godimento è la più potente difesa nei confronti del desiderio. Lo scopo dell’analisi è allora, evidentemente, quello di ricondurre il soggetto, dalla coazione a godere, al proprio desiderio, in maniera tale che a godere sia il soggetto e non il suo inconscio.





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CONSISTENZA DEL GODIMENTO

Se il nostro simile, che Lacan designa come altro, con la a minuscola, è solo il riflesso speculare di noi stessi, dunque il nostro stesso io specchiato nell'altro e che noi prendiamo invece sul serio per un altro - un a' dunque -, e se invece l'Altro che non conosciamo, che non collochiamo lungo la linea del nostro riflesso immaginario, l'Altro che ci fa giungere la parola che non ci aspettiamo - dunque l'Altro che (ci) manca - e che Lacan designa come grande Altro, con l' A maiuscola, o è incompleto perché, non essendo speculare, manca proprio di quello che aspettiamo di trovarvi, o è inconsistente, in quanto Altro in-Significante, dal momento che si colloca come Significante, anzi tesoro di significanti, vale a dire nel luogo dove si produce la Parola, la parola di Verità, che non può perciò avere nessuna consistenza discorsiva, per l'essere umano allora di consistente rimane solo il godimento. Si tratta del godimento reso possibile nella misura in cui estraiamo dall'altro corporeo qualcosa, un pezzo, un oggetto parziale: seno, feci, e poi anche - aggiunge Lacan - sguardo e voce . Oggetti singoli di volta in volta messi in funzione logica di consistenza di godimento e non di significante, e che nell'insieme Lacan riunisce sotto il sintagma di oggetto piccolo a. E' questo tipo di sistemazione del soggetto preso tra i suoi oggetti che porterà Lacan a dire, all'inizio del Seminari XVI (pag. 39): "è ovvio che il godimento fa la sostanza di tutto ciò di cui parliamo in psicoanalisi".

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