NARCISISMO ©

NARCISISMO

È dal mito di Narciso, che si innamorò della propria immagine riflessa nel laghetto in cui si stava specchiando e nel quale annegò nel tentativo di abbracciarla, che deriva il termine di Narcisismo per indicare quell’amore per se stessi che, in varia misura, attraversa ogni essere umano. 

Si tratta di un amore che discende direttamente dall’amore primario che ogni madre ha nutrito per il proprio figlio: l’interiorizzazione - come ha ben descritto Freud - del modo con cui ciascuno di noi è stato amato dalla propria madre è la matrice di quel narcisismo fisiologico in quanto fondamento della possibilità di prendersi cura di se stessi, di proteggersi e dell’istinto di sopravvivenza, ma anche della possibilità di amare l’altro, poiché non è possibile l’amore per l’altro se non si ama anche un po’ se stessi. Un po’, però, perché se invece l’amore per sé stessi diventa eccessivo, se si è cioè eccessivamente narcisisti, se si è troppo innamorati di sé stessi, allora diventa impossibile amare l’altro, e, anche se l’innamoramento avviene lungo la via del narcisismo (ci si innamora quando vediamo riflessa nell’altro la nostra stessa immagine), se poi il narcisismo non lascia spazio all’amore per l’altro, allora l’amore rimane prevalentemente narcisistico: un amore autoerotico e non allo erotico. Si può veramente amare l’altro solo se si è capaci di rinunciare ad un po’ del proprio narcisismo. Se, come dicevamo, è lungo la via del narcisismo che ci si innamora, è grazie alla sua rinuncia che si accede all’amore. 

Quando il narcisismo è eccessivo può arrivare a configurarsi come una patologia della personalità in quanto interamente e unicamente organizzata al servizio di quell’amore per se stessi che esclude sistematicamente l’altro da ogni possibile legame d’amore, per farne solo uno strumento dei propri interessi e del proprio patologico amore per sé stessi. 

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