CONVERSAZIONI PSICOANALITICHE: WEBINAR 17/04/2021
Ora, se la domanda d’amore, da una parte, è resa possibile dalla parola che ci ha raggiunti e separati dal corpo incestuoso della madre, introducendoci nel linguaggio che ci imbriglia e fa “muro” poiché è soprattutto circolazione della parola tra i simili, dall’altra, essendo rivolta all’Altro che in quanto mancante si ritrova solo al di là del muro del linguaggio, incontra non l’Altro, ma il muro del linguaggio. L’amour incontra l’a-mur, dice Lacan, il che significa che l’amore incontra il linguaggio, non come modo per comunicare e intendersi, ma come struttura di separazione, poiché il linguaggio separa il soggetto dal corpo da cui proviene, cioè dal luogo del godimento incestuoso. L’esperienza dell’amore implica dunque sempre una separazione, anzi un tradimento, il tradimento dell’amore per il corpo materno, cui il narcisista invece vorrebbe mantenersi fedele. Il narcisismo è la vera fedeltà, assoluta, all’amore materno, laddove l’amore non narcisistico né è il tradimento, ne segnala la separazione.
Anche l’isterica è una donna perché, come la donna, s’interroga sull’altra donna, e su quel godimento supplementare dal quale si sente esclusa, ma mentre la donna è attraverso l’amore di un uomo che cerca di saperne sul proprio godimento, collocandosi dunque dal lato femminile, l’isterica cerca di scoprirne il segreto non attraverso l’amore di un uomo rivolto a lei, ma attraverso l’amore che l’uomo destina all’altra donna, e dunque l’isterica ritiene che può saperne sul godimento collocandosi dal lato maschile, attribuendo sempre all’uomo di cui si infatua l’esistenza di un’altra donna. L’isterica pensa infatti che solo l’uomo che sia impegnato con un’altra donna possa scoprire il segreto del godimento femminile, come dimostra il caso di Dora di Freud nella rilettura lacaniana. Dora non era innamorata del Signor K, come erroneamente credette Freud causando per questo l’interruzione del trattamento da parte di Dora, ma era attratta dal Signor K non perché lo amasse, ma perché pensava che egli possedesse il segreto di cosa fosse una donna, in quanto marito della Signora K. Era la Signora K, non il Signor K, che interessava veramente a Dora, perché ai suoi occhi ella incarnava l’altra donna del cui godimento Dora voleva sapere. Dora era attratta dalla Signora K e credeva di poter arrivare a lei attraverso il Signor K, ma voleva arrivarvi non perché il suo interesse per la Signora K fosse di natura omosessuale, non perché Dora fosse omosessuale – l’isterica non è omosessuale – ma perché era omosessuale l’oggetto del suo interesse: il godimento femminile, l’altra donna, cosa vuole una donna. Solo che Dora, come tutte le isteriche, non pensava di poterne sapere, come pensano le donne, attraverso l’amore per un uomo, e dunque collocandosi dal lato femminile, bensì, al contrario, disponendosi dal lato maschile, poiché l’isterica presume che siano gli uomini a saperne sul segreto del godimento femminile, e non le donne. Per questo le isteriche cercano di amare allo stesso modo di come amano gli uomini: le isteriche sanno fare l’uomo, sono uomosessuali, come dice Lacan, giocando sull’omofonia con omosessuali, per dire che se possono sembrare omosessuali, in effetti non lo sono. Le isteriche, piuttosto, diventano complici e al tempo stesso competitive con gli uomini, fanno cose da uomini e parlano delle donne come ne parlano gli uomini tra di loro. Le isteriche devono causare il desiderio di un uomo non per amarlo, ma per estrarne un sapere. Non a caso sono le isteriche ad aver inventato la psicoanalisi: per sapere attraverso il transfert sull’analista il segreto del godimento femminile, dell’altra donna. Per questo, a differenza della donna, l’isterica non accetta di essere il sinthomo del proprio uomo, in quanto non può esserne il desiderio che ha causato, non può accettare di offrire il proprio corpo al godimento di un uomo: a quello ci pensa l’altra donna, dal cui godimento l’isterica deve tenersi sempre esclusa. L’isterica deve causare il desiderio dell’uomo non per amarlo, ma per sapere, per un sapere che le serve per esistere, non per amare. L’isterica deve essere sempre lo scarto di quello stesso desiderio che provoca: potevo desiderare l’uomo di prima perché tanto lui non mi voleva perché lui voleva un’altra, Così mi diceva Anna, una mia analizzante.
L’isterica, dunque, punta a farsi desiderare ma non ad amare, mentre la donna punta a farsi desiderare, ma solo per amare ed essere amata.
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