Mentre i disturbi d’ansia, le nevrosi, le depressioni, ma anche i disturbi del comportamento, quelli psicosomatici eccetera sono avvertiti da chiunque come disturbi che possono avere pure un loro senso, una loro comprensibilità, è possibile cioè intuirne anche una logica e delle ragioni, i disturbi psicotici sono caratterizzati dalla loro assoluta incomprensibilità e
stranezza, sembrano senza senso. In effetti chi ne soffre ha per così dire perso “il senso della realtà”: la caratteristica fondamentale della psicosi è infatti la perdita del collegamento con la realtà, poiché questa sembra fare molta paura al paziente e viene avvertita come insostenibile e inaffrontabile.
Psicosi
Chi soffre di questo tipo di disturbo rifiuta inconsciamente la realtà condivisa, se ne ritira, si chiude a essa e talvolta se ne costruisce un’altra tutta sua, non più condivisa dagli altri. Per esempio, nello psicotico, se la realtà, possibile, di essere amato da una donna gli fa per qualche motivo paura, se ne può costruire un’altra del tutto immaginaria dove tutte le donne diventano cattive e pericolose, o al contrario tutte lo amano, così egli non corre il rischio di incontrare quella che può amarlo veramente. Nasce così il delirio di essere perseguitato o, al contrario, di essere amato da tutte. Oppure, se può apparirgli insostenibile fare i conti con la propria realtà di essere umano che può avere anche dei limiti, può arrivare a costruirsi una realtà di onnipotenza, può arrivare a convincersi di essere un dio in terra. Nasce così il delirio di megalomania o di onnipotenza. Si intuisce facilmente il carattere tranquillizzante di queste neo-realtà deliranti, la loro funzione di difesa nei confronti dell’angoscia che si può avvertire nel fare i conti con la realtà.
Chiama in studio per un appuntamento