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QUANDO L'IO DIVENTA UNA MACCHINA DA GUERRA

DOTT. ERRICO EGIDIO TOMMASO • gen 14, 2019

Psicosi ordinarie e paranoia rampante

Mai come in questo periodo sembra siamo circondati da casi, sempre più diffusi, di cosiddetta psicosi ordinaria : mi riferisco a quei casi individuali di psicosi strisciante , o di paranoia "rampante " -secondo la efficace espressione di André Green - che si annida in soggetti a noi vicini, con i quali abbiamo a che fare anche ogni giorno, come conoscenti, amici, parenti, colleghi eccetera, apparentemente del tutto normali ed efficienti, che lavorano, interloquiscono, parlano, discorrono, vivono insomma esistenze apparentemente normali, ma che a ben vedere hanno organizzato il proprio Io , e proprio l'Io, il loro stesso Io cioè -un Io tutto d'un pezzo e inscalfibile da qualsiasi dubbio- a sistema formidabile di difesa e attacco.

L'Io, dunque, al pari di una vera e propria macchina da guerra, subdola e ben mimetizzata, specializzata nel mettere in scacco l'altro che, non potendo essere riconosciuto come l'Altro del desiderio, l'Altro dell'amore, l'Altro della domanda viene allora da tale macchina da guerra rivoltato come un calzino, rovesciato, stravolto per essere trasformato nell'Altro dell'odio, l'Altro del rancore, l'Altro del disconoscimento, in maniera tale che da Altro contenitore dell' agalma , diventi l'Altro contenitore scarto di tutto il reietto che il soggetto non può riconoscere in sé stesso, e il legame da libidico diventi invece l'unica forma di legame concepibile, il legame dell'odio e della rabbia.

Una tale, abile, operazione di sovvertimento dell'altro, che inevitabilmente porta ad un sovvertimento anche del soggetto stesso, corrisponde a mio avviso a ciò che Andrè Green ha definito il " lavoro del negativo ", e cioè quel lavoro dell'Io dove tutto, realtà compresa, è trasformato nel suo negativo.

Questo particolare lavoro dell'Io, paranoico anche se apparentemente sano e ben funzionante -perché una paranoia ben riuscita necessita di un Io ben funzionante ed estremamente lucido e razionale- è in effetti un lavoro di perversità , corrispondendo evidentemente proprio a quella " pére version " di cui parla Lacan : un ribaltamento perverso cioè del riconoscimento della castrazione simbolica che discende dal Nome-del Padre come punto di fissazione del significante sul significato , costitutivo della Legge che non tutto può essere e non tutto si può dire, e soprattutto che l'uno non può stabilire le cose anche in conto dell'altro.

Per questo il paranoico "rampante" coincide in fondo con il soggetto autoritario per eccellenza, o con tutti coloro che appaiono certi e convinti di tutto (ne abbiamo esempio in molti governanti: niente come il potere alimenta tali trasformazioni dell'Io in macchine da guerra contro l'altro "straniero"): la verità è una, la propria, stabilita anche per l'altro che non può avere niente di suo da dire e di cui essere ascoltato, perché se l’altro è il ricettacolo/pattumiera di tutto ciò che di sé il paranoico rifiuta e scarta, è chiaro che l’altro non potrà mai essere riconosciuto come colui che possa avere qualcosa da dire, da rivendicare o che possa essere ascoltato. L'altro può essere solo ridicolizzato, disprezzato, ingiuriato, annichilito.

Il paranoico rampante lo si riconosce proprio dal fatto che niente di ciò che egli dice è possibile che venga messo in dialettica. Una società paranoica la si riconosce dalla prevalenza del pensiero unico e dall'assenza di qualsiasi opposizione dialettica riconosciuta e apprezzata.

Di qui la sensazione di estrema spossatezza, di impotenza e di frustrazione che si sperimenta nel rapporto sciagurato con il paranoico rampante.

Con tali soggetti, che possono, attraverso questa via della perversità del vero, letteralmente far impazzire, si può allora fare una cosa sola, se si ha la fortuna di riconoscerli nella loro paranoia: come dice Racamier , fuggire a gambe levate.

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Ma cos'è questo Fantasma di cui tanto si parla in psicoanalisi e non solo - anche se in altri ambiti per lo più declinato al plurale? Per dirla nella maniera più semplice possibile, il Fantasma, il Fantasma fondamentale per meglio dire, può essere immaginato come una sorta di griglia, di "schema" articolato, per lo più inconscio, attraverso cui affrontiamo, viviamo, interpretiamo la realtà che ci circonda, in particolare le nostre relazioni con l'Altro (e con noi stessi). Possiamo dire che il Fantasma è il modo attraverso cui il soggetto si suppone per l'Altro e come ritiene che l'Altro a sua volta lo supponga : una sorta di lente che interponiamo tra noi e il mondo e attraverso la quale filtriamo l'esperienza che ne facciamo. In altre parole, il Fantasma - che ognuno si costruisce a modo suo a partire sin dalle su più precoci esperienze di vita - è ciò che condiziona il modo attraverso cui ognuno di noi vive la propria vita, da quando è piccolo, fino a quando muore. Per Lacan, però, il Fantasma è almeno altre due cose: 1) una sorta di piattaforma "girevole" entro cui circola, si muove, "corre come un furetto", il desiderio , cercando continuamente dove collocarsi e soprattutto come uscirne; 2) una struttura che conferisce consistenza al soggetto , soprattutto quando deve affrontare ciò che non conosce, ciò di fronte a cui può sentirsi solo e perso, vale a dire il Reale , il reale soprattutto del proprio desiderio. Il Fantasma è dunque non solo ciò che ci condiziona e ci imbriglia, ma anche ciò che ci sostiene nei momenti decisivi. Lacan collega dunque il Fantasma al desiderio in quanto è attraverso di esso che il soggetto si illude di intravedere e acciuffare l'oggetto del proprio desiderio: " E' nelle maglie dell'articolazione del fantasma soggettivo che il desiderio compie i suoi giri senza trovarvi mai un punto di arresto: se è nel fantasma che il soggetto cerca da una parte l'aggancio del suo desiderio verso l'Altro, è nel fantasma stesso che vi trova dall'altra la difesa nei confronti dell'angoscia di precipitarvi del tutto ." (Lacan) Vuole dire che, se, da una parte, il Fantasma ci permette di tendere verso l'Altro , l'Altro del nostro desiderio, dall'altra, esso è anche ciò che ci permette di non "precipitarvi del tutto", per questo, nella famosa formula del fantasma ($◇⍺) , Lacan, tra il Soggetto ($) e l'oggetto del desidero (⍺) sceglie il "punzone" (◇) che indica una relazione di attrazione e di respingimento al tempo stesso. Ora, in conseguenza dell'esistenza del Fantasma soggettivo, il rapporto col mondo non può essere mai del tutto obiettivo e mai diretto, ma è sempre mediato, e dunque un po' "distorto" e "interferito" dal Fantasma stesso. E' soltanto attraverso l'esperienza psicoanalitica che si viene prima o poi a sapere di questo fantasma, e a riconoscerlo come proprio. Ed è soltanto in analisi che arrivare a riconoscere il proprio Fantasma, il poterci fare i conti, il poterlo "attraversare", come dice Lacan, ci aiutano a farci capire -e anche cambiare- molte cose di noi, il nostro modo di vivere, il nostro modo di amare e di godere, il nostro modo di stare al mondo, con i nostri simili, in maniera più sopportabile. #fantasmasoggettivo #fantasmafondamentale #desiderio #reale #esperienzasoggettiva
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