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IL FEMMINISMO

DOTT. ERRICO EGIDIO TOMMASO • ott 07, 2018

"godere come gode una donna"


Il femminismo -al di là di tutte le considerazioni positive o negative che se ne possono fare sul piano politico, sociologico o antropologico- andrebbe, a mio avviso, più correttamente considerato come un fenomeno di “rottura del dialogo tra i sessi”, dialogo che sul piano simbolico è reso possibile dal significante uomo-attivo/ donna-passiva, e che corrisponde al fantasma maschile che le donne siano passive e masochiste.

In altri termini il movimento femminista scardinerebbe il fantasma maschile della passività delle donne, e dunque priverebbe molti uomini, e anche molte donne, di quel codice simbolico dell’attività/passività che permetterebbe a uomini e donne di poter dialogare tra di loro, e anche di trarre indicazioni su come un uomo deve fare l’uomo e come una donna deve fare la donna.

Possiamo anche dire che il significante attivo/passivo è un significante del rapporto tra i sessi che supplisce al " non rapporto sessuale ". Per questo il movimento femminista può angosciare molti uomini, e anche molte donne, in quanto, privandoli del codice della attività maschile/passività femminile, renderebbe impossibile il dialogo tra uomo e donna e metterebbe entrambi di fronte alla inesistenza del rapporto sessuale , intendendosi con ciò che, mentre un uomo e una donna possono entrare in un rapporto dialogico tra di loro, purché sia disponibile il significante che lo permette, quello appunto dell’attività/passività, non possono invece mettere in rapporto i relativi godimenti sessuali, in quanto, mentre il godimento maschile dispone del significante fallico, quello femminile è privo di qualsiasi significante, è cioè irrappresentabile, almeno per quanto riguarda quel godimento che va oltre il significante fallico , quel godimento supplementare che fa della donna non-tutta, non tutta cioè sotto l'insegna del Fallo .

Il fantasma maschile della passività femminile serve inoltre a molti uomini anche come matrice inconscia di identificazione con il femminile, vale a dire che permetterebbe all’uomo di illudersi di potersi posizionare dallo stesso lato della donna, cioè dal lato passivo. È quanto avviene nelle perversioni masochistiche che sono per questo solo maschili, e che svolgono la funzione, mettendosi l’uomo dal lato femminile/passivo, cioè dal lato dell' oggetto (a) piccolo , di dargli l’illusione di arrivare a sapere del godimento femminile, che normalmente gli è precluso.

Per questo, quegli uomini che sono così accaniti e insistenti nel combattere il femminismo, e nello scagliarsi contro le donne cosiddette femministe, quegli uomini cioè che devono sempre contrapporre al femminismo la parata del loro maschilismo , in effetti stanno difendendo il proprio fantasma della donna passiva, fantasma che sentono minacciato dal femminismo, temendo di conseguenza di non poter più disporre di ciò che, nel loro immaginario, permetterebbe loro di posizionarsi passivamente e quindi di arrivare a godere proprio come gode una donna.

Analogamente, viceversa, quelle donne che si dispongono come accanite femministe non sanno che, in effetti, non stanno tanto rivendicando i loro diritti di donna (cosa giusta e sacrosanta), ma si stanno anche difendendo dal loro fantasma femminile di passività, il quale non può essere considerato di per sé la matrice del disconoscimento dei diritti delle donne, servendo piuttosto a funzionare come codice che permette ad una donna di sapere come fare la donna (anche nel senso di sapere, in quanto donna, e non in quanto femminista, come farsi rispettare da un uomo) e al tempo stesso come matrice del codice linguistico per dialogare con gli uomini.

In altre parole, a me sembra che, in effetti, nelle forme accanite, tanto del maschilismo antifemminista, quanto del femminismo antimaschilista, ad essere in ballo sia l'angoscia del fantasma della passività: nell'uomo di poterne perdere l'identificazione, nella donna di poterne essere sopraffatta, e quindi il problema, per entrambi i sessi, è in effetti quello di godere come gode una donna.

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Ma cos'è questo Fantasma di cui tanto si parla in psicoanalisi e non solo - anche se in altri ambiti per lo più declinato al plurale? Per dirla nella maniera più semplice possibile, il Fantasma, il Fantasma fondamentale per meglio dire, può essere immaginato come una sorta di griglia, di "schema" articolato, per lo più inconscio, attraverso cui affrontiamo, viviamo, interpretiamo la realtà che ci circonda, in particolare le nostre relazioni con l'Altro (e con noi stessi). Possiamo dire che il Fantasma è il modo attraverso cui il soggetto si suppone per l'Altro e come ritiene che l'Altro a sua volta lo supponga : una sorta di lente che interponiamo tra noi e il mondo e attraverso la quale filtriamo l'esperienza che ne facciamo. In altre parole, il Fantasma - che ognuno si costruisce a modo suo a partire sin dalle su più precoci esperienze di vita - è ciò che condiziona il modo attraverso cui ognuno di noi vive la propria vita, da quando è piccolo, fino a quando muore. Per Lacan, però, il Fantasma è almeno altre due cose: 1) una sorta di piattaforma "girevole" entro cui circola, si muove, "corre come un furetto", il desiderio , cercando continuamente dove collocarsi e soprattutto come uscirne; 2) una struttura che conferisce consistenza al soggetto , soprattutto quando deve affrontare ciò che non conosce, ciò di fronte a cui può sentirsi solo e perso, vale a dire il Reale , il reale soprattutto del proprio desiderio. Il Fantasma è dunque non solo ciò che ci condiziona e ci imbriglia, ma anche ciò che ci sostiene nei momenti decisivi. Lacan collega dunque il Fantasma al desiderio in quanto è attraverso di esso che il soggetto si illude di intravedere e acciuffare l'oggetto del proprio desiderio: " E' nelle maglie dell'articolazione del fantasma soggettivo che il desiderio compie i suoi giri senza trovarvi mai un punto di arresto: se è nel fantasma che il soggetto cerca da una parte l'aggancio del suo desiderio verso l'Altro, è nel fantasma stesso che vi trova dall'altra la difesa nei confronti dell'angoscia di precipitarvi del tutto ." (Lacan) Vuole dire che, se, da una parte, il Fantasma ci permette di tendere verso l'Altro , l'Altro del nostro desiderio, dall'altra, esso è anche ciò che ci permette di non "precipitarvi del tutto", per questo, nella famosa formula del fantasma ($◇⍺) , Lacan, tra il Soggetto ($) e l'oggetto del desidero (⍺) sceglie il "punzone" (◇) che indica una relazione di attrazione e di respingimento al tempo stesso. Ora, in conseguenza dell'esistenza del Fantasma soggettivo, il rapporto col mondo non può essere mai del tutto obiettivo e mai diretto, ma è sempre mediato, e dunque un po' "distorto" e "interferito" dal Fantasma stesso. E' soltanto attraverso l'esperienza psicoanalitica che si viene prima o poi a sapere di questo fantasma, e a riconoscerlo come proprio. Ed è soltanto in analisi che arrivare a riconoscere il proprio Fantasma, il poterci fare i conti, il poterlo "attraversare", come dice Lacan, ci aiutano a farci capire -e anche cambiare- molte cose di noi, il nostro modo di vivere, il nostro modo di amare e di godere, il nostro modo di stare al mondo, con i nostri simili, in maniera più sopportabile. #fantasmasoggettivo #fantasmafondamentale #desiderio #reale #esperienzasoggettiva
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