A COSA SERVE LA PSICOANALISI
A cosa serve oggi la psicoanalisi?

Dicono in molti, anche del mondo scientifico, anche del campo cosiddetto "psi", che la psicoanalisi non serve a nulla, che non guarisce!
Ma non guarisce da che? Da cosa dovrebbe guarire? Da un sintomo che il paziente produce a sua insaputa poiché non dispone di altro modo per dire che qualcosa dentro di lui non va? Da un sintomo che sta al posto di un discorso, di un discorso che è dell'ordine dell'appello, che è un segnale che il paziente, anche se chiede di esserne liberato - ha il diritto di chiederlo, lui, perché ne soffre - è costretto a produrre nella speranza che qualcuno lo colga come tale e vi risponda adeguatamente? Da un sintomo dal quale non è possibile guarire, ma che piuttosto bisogna saper ascoltare, interrogare, comprendere, decifrare, affinché il paziente possa trovare un modo per dire della propria sofferenza senza necessariamente ricorrere ad esso? Per trovare cioè "le parole per dirlo".
Dicono anche, in molti, che la psicoanalisi sia lunga e costosa. Ma in che senso? Chi stabilisce il tempo che occorre ad ogni singolo paziente per saperne di più di una sofferenza di cui vuol sapere senza sapere che in effetti non vorrebbe saperne nulla?
E i tempi delle cure mediante psicofarmaci quali sono? Davvero esiste ancora qualcuno disposto a credere che siano rapidi e risolutivi, come l'Industria del Farmaco e la Scienza che vi si collega vorrebbero far credere? Forse a dare un sollievo, per lo più transitorio ed effimero, ma non a risolvere le ragioni di un sintomo che il più delle volte invece resiste a qualsiasi tentativo di contrastarlo, portando così il paziente a farne un consumo cronico e quindi a tempi, questi sì lunghi, anzi infiniti, e a costi enormi e anche maggiori a quelli di un'analisi, sì, maggiori, perché le cure che non risolvono nulla sono costose, molto costose, per il singolo e per la collettività.
Eppure, dicono, gli stessi consumatori gli stessi prescrittori dei farmaci che è la psicoanalisi ad essere cara! Cara? Ma quanto dovrebbe costare un percorso che permette un'esperienza di sé e della propria soggettività unica e irripetibile e un cambiamento nel proprio modo di stare al modo che era impensabile e inedito?
Quanto dovrebbe costare un percorso verso una guarigione intesa come il ritorno ad un "quo ante", ma un percorso verso un dopo che non sarà mai dello stesso ordine del prima?
Quanto dovrebbe costare l'esperienza di essere ascoltati senza essere giudicati, di potervi affidare a qualcuno capace di accogliervi senza porvi condizioni normative, senza cercare di imporvi il suo sistema di valori e di credenze, né di suggerirvi modelli di salute prestabiliti? Quanto dovreste pagare qualcuno che, nel prendersi seriamente cura di voi, sa ascoltarvi e sa sa tacere e sa capire quando è il caso di intervenire, non per darvi consigli o direttive, ma solo per darvi la parola che serve, la parola giusta, la parola che permette un chiarimento, che vo solleva, che vi consente di far luce e anche di sorprendervi di qualche aspetto di voi che mai avreste creduto di avere, ma che potrete riconoscere profondamente ed intimamente come vostro?
E come possiamo sostenere che un'esperienza del genere non serva a nulla? Non serve a dare forse la felicità, ma quanto può far bene se, invece, vi consente di affidarvi ad una persona sempre presente nel luogo dove sapete che vi aspetta, che non viene mai meno, che vi ascolta con tatto, con discrezione e con pazienza, con tanta pazienza? Quanto può fare bene una persona che non vi metterà mai fretta, ma neanche rallenterà il vostro discorso, che né trattiene, né manda via, lasciandovi liberi di andare e di ritornare, senza mostrarsi mai risentita e senza fare ritorsioni? Quanto può fare bene una persona che sa cos'è veramente l'accoglienza, che sa cosa significa fare spazio alla parola dell'altro, mettendosi lei sullo sfondo, senza interferire mai? Quanto può fare bene una persona sempre pronta a sostenervi, a far chiarezza, a diradare ombre e che non arretrerà mai di fronte ai drammi e alle ripetizioni che contrassegnano la vostra sofferenza?
A quanto serve tutto questo? E' forse possibile dirlo, quantificarlo, tradurlo in un computo scientifico? E possibile numerare, stabilire, definire secondo i protocolli della Scienza della salute quanto, a chi e a che cosa può fare bene tutto questo?
Ma, soprattutto, è possibile stabilire quanto vale tutto questo? Che prezzo dovrebbe avere? E' possibile dire, come si chiede Lacan, "quale dovrebbe essere il prezzo di una seduta da uno psicoanalista? Come dare un prezzo a qualcosa che non ha prezzo?"
