Eccessivo il consumo di psicofarmaci in Italia
Boom antidepressivi. Gli psicologi: “I dati Aifa dimostrano che bisogna rafforzare psicoterapia”
Allarme dell'Ordine del Lazio dopo i dati dell'ultimo rapporto Osmed che pongono gli antidepressivi tra le principali componenti della spesa farmaceutica pubblica. "Stupisce che si continui a trascurare l'opportunità di appropriatezza ed efficacia offerta dall'apporto di psicologi e psicoterapeuti".
“I dati del Rapporto Osmed 2014 diramati all'Aifa sono impietosi e allarmanti: nel nostro Paese il consumo di antidepressivi è divenuto talmente ampio da costituire, a detta dei vertici dell’agenzia, 'una delle principali componenti della spesa farmaceutica pubblica'. Durante i primi 9 mesi del 2014, i nostri concittadini hanno acquistato più antidepressivi, e contestualmente meno antibiotici e meno vaccini. Non c'è da stupirsi: da tempo la rabbia e la depressione vengono individuati da enti di ricerca e istituzioni quali fattori chiave della crisi sociale che stiamo attraversando. Ciò che invece stupisce è che si continui a trascurare l'opportunità di appropriatezza ed efficacia offerta dall'apporto di psicologi e psicoterapeuti, le cui potenzialità vengono tuttora colpevolmente trascurate dal Servizio Sanitario Nazionale. Curare la depressione costa poco rispetto ai costi diretti ed indiretti che genera: il rapporto Osmed ne è l'ennesima conferma”. E' quanto dichiara, in una nota, Nicola Piccinini
, presidente dell'Ordine Psicologi del Lazio, riguardo ai dati del repporto Osmed 2014 resi pubblici dall'Agenzia Italiana del Farmaco.
“In uno studio pubblicato sulla piattaforma di studi scientifici PLOS One
, i ricercatori Sara Evans-Lacko e Martin Knapp - prosegue Piccinini - hanno ben evidenziato come e quanto la depressione possa incidere sulla produttività dei cittadini, facendo aumentare a dismisura i fondi necessari per le politiche statali di welfare, tra incremento dei costi per i servizi sanitari, incentivi per il collocamento dei disoccupati e il ricollocamento di chi, a causa della malattia, ha perso il lavoro (in Europa, in questo periodo una persona su dieci) ed ancora investimenti a favore delle politiche familiari e assistenza ai pazienti più gravi. Viene dunque naturale domandarsi: perché far diventare la depressione una malattia cronica? Perché permettere che devasti persone, famiglie e casse del Sistema Sanitario?”.
“Come Ordine Psicologi del Lazio - conclude Piccinini - continueremo a proporre alle istituzioni di dare crescente centralità alla psicoterapia nei percorsi di cura e a prestare maggiore attenzione alle opportunità offerte dall'apporto di cura e di efficienza offerto dalla nostra categoria professionale”.
