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Una psicoterapia è solo chiacchiere?

DOTT. ERRICO EGIDIO TOMMASO • nov 07, 2017

La psicoterapia è un trattamento biologico

Si ritiene generalmente che la psicoterapia vada bene solo per problemi che hanno una base psicologica, mentre per i problemi legati allo scompenso di sostanze cerebrali siano indicate solo le cure farmacologiche.

E’ uscito qualche giorno fa su Stateofmind un articolo molto interessante sui rapporti tra psicoterapia e modificazioni neurali , ne voglio riassumere qui il concetto principale. Il mio naturalmente è un interesse di parte, ma magari è utile anche a chi è meno “di parte” di me.

Alcune ricerche scientifiche evidenziano che la psicoterapia produce modificazioni nel cervello, esattamente come un agente chimico. Negli ultimi anni le neuroscienze hanno studiato approfonditamente quella che viene chiamata plasticità neurale , cioè la capacità del cervello di modificarsi sia durante lo sviluppo che da adulto, a seguito di esperienze e influenze ambientali, pensiamo per esempio ai processi di apprendimento e di memoria.


Ogni comportamento umano è il risultato di un processo di apprendimento , anche le azioni più automatiche comportano il coinvolgimento del sistema nervoso centrale che riceve le informazioni dall’ambiente le confronta con le informazioni già presenti e le conserva attraverso la memoria.

L’apprendimento di qualcosa di nuovo lascia una traccia nel sistema nervoso. Qualsiasi processo mentale di natura psichica o relazionale, è il risultato dell’attività dei neuroni cerebrali e viceversa, qualsiasi esperienza o cambiamento dei processi psicologici e cognitivi va a modificare la struttura del nostro cervello.

La psicoterapia è una fonte di cambiamento perché stimola la costruzione di punti di vista alternativi, di modi nuovi di pensare e conseguentemente di comportarsi. È quanto sostiene Eric Kandel , psichiatra statunitense premio Nobel per la medicina e fisiologia, egli considera la psicoterapia un trattamento biologico a tutti gli effetti. Secondo Kandel l’apprendimento genera nel cervello nuove condizioni, modificando l’encefalo provoca un rafforzamento dei legami tra i neuroni (sinapsi).


Il cervello può essere modificato, le esperienze, il pensiero, la memoria e l’apprendimento possono modificarne la struttura. La mente è perciò il risultato del rapporto che si crea tra processi neurofisiologici e esperienze di vita.

La riduzione di una sofferenza psicologica o di una psicopatologia può essere dunque ottenuta con la psicoterapia anche nei casi classicamente trattati farmacologicamente, sicuramente nei disturbi d’ansia e dell’umore che sono i disturbi più studiati dalla psicoterapia cognitivo comportamentale.


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Ma cos'è questo Fantasma di cui tanto si parla in psicoanalisi e non solo - anche se in altri ambiti per lo più declinato al plurale? Per dirla nella maniera più semplice possibile, il Fantasma, il Fantasma fondamentale per meglio dire, può essere immaginato come una sorta di griglia, di "schema" articolato, per lo più inconscio, attraverso cui affrontiamo, viviamo, interpretiamo la realtà che ci circonda, in particolare le nostre relazioni con l'Altro (e con noi stessi). Possiamo dire che il Fantasma è il modo attraverso cui il soggetto si suppone per l'Altro e come ritiene che l'Altro a sua volta lo supponga : una sorta di lente che interponiamo tra noi e il mondo e attraverso la quale filtriamo l'esperienza che ne facciamo. In altre parole, il Fantasma - che ognuno si costruisce a modo suo a partire sin dalle su più precoci esperienze di vita - è ciò che condiziona il modo attraverso cui ognuno di noi vive la propria vita, da quando è piccolo, fino a quando muore. Per Lacan, però, il Fantasma è almeno altre due cose: 1) una sorta di piattaforma "girevole" entro cui circola, si muove, "corre come un furetto", il desiderio , cercando continuamente dove collocarsi e soprattutto come uscirne; 2) una struttura che conferisce consistenza al soggetto , soprattutto quando deve affrontare ciò che non conosce, ciò di fronte a cui può sentirsi solo e perso, vale a dire il Reale , il reale soprattutto del proprio desiderio. Il Fantasma è dunque non solo ciò che ci condiziona e ci imbriglia, ma anche ciò che ci sostiene nei momenti decisivi. Lacan collega dunque il Fantasma al desiderio in quanto è attraverso di esso che il soggetto si illude di intravedere e acciuffare l'oggetto del proprio desiderio: " E' nelle maglie dell'articolazione del fantasma soggettivo che il desiderio compie i suoi giri senza trovarvi mai un punto di arresto: se è nel fantasma che il soggetto cerca da una parte l'aggancio del suo desiderio verso l'Altro, è nel fantasma stesso che vi trova dall'altra la difesa nei confronti dell'angoscia di precipitarvi del tutto ." (Lacan) Vuole dire che, se, da una parte, il Fantasma ci permette di tendere verso l'Altro , l'Altro del nostro desiderio, dall'altra, esso è anche ciò che ci permette di non "precipitarvi del tutto", per questo, nella famosa formula del fantasma ($◇⍺) , Lacan, tra il Soggetto ($) e l'oggetto del desidero (⍺) sceglie il "punzone" (◇) che indica una relazione di attrazione e di respingimento al tempo stesso. Ora, in conseguenza dell'esistenza del Fantasma soggettivo, il rapporto col mondo non può essere mai del tutto obiettivo e mai diretto, ma è sempre mediato, e dunque un po' "distorto" e "interferito" dal Fantasma stesso. E' soltanto attraverso l'esperienza psicoanalitica che si viene prima o poi a sapere di questo fantasma, e a riconoscerlo come proprio. Ed è soltanto in analisi che arrivare a riconoscere il proprio Fantasma, il poterci fare i conti, il poterlo "attraversare", come dice Lacan, ci aiutano a farci capire -e anche cambiare- molte cose di noi, il nostro modo di vivere, il nostro modo di amare e di godere, il nostro modo di stare al mondo, con i nostri simili, in maniera più sopportabile. #fantasmasoggettivo #fantasmafondamentale #desiderio #reale #esperienzasoggettiva
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