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LA RIVINCITA DELLA PSICOANALISI

DOTT. ERRICO EGIDIO TOMMASO • nov 08, 2017

Per Freud e i suoi seguaci sembra arrivato il momento della rivincita rispetto alla terapia cognitivo comportamentale, largamente diffusa e preminente a partire dagli anni '70, e considerata rapida, efficace e più economica. La 'guerra delle terapie' che negli ultimi decenni ha accompagnato l'analisi e gli analisti, secondo un articolo sul Guardian ripreso da Internazionale, sembra ora essere superata. Recenti studi - come riporta l'articolo - hanno mostrato che la forza della terapia cognitivo comportamentale, basata sull'idea che un problema si possa eliminare o gestire pur senza necessariamente andare a fondo della causa,sembra 'vacillare' e la psicanalisi si è' mostrata più efficace in uno dei disturbi più diffusi, la depressione. Il primo, norvegese, ha dimostrato come la terapia cognitivo comportamentale abbia dimezzato l'efficacia nella cura della depressione rispetto al 1977, il secondo invece riguarda il sistema sanitario inglese e la cura della depressione cronica, arrivando alla conclusione che 18 mesi di psicoanalisi sono più efficaci di altri trattamenti, tra cui la terapia cognitivo comportamentale. "È ora di tornare sul lettino?" si chiede il Guardian. "Negli ultimi decenni, nel mondo occidentale la terapia cognitivo comportamentale è sembrata rappresentare la soluzione per ogni disturbo psichico- spiega Pietro Roberto Goisis,psicanalista della Spi(Società psicoanalitica italiana)- la psicoanalisi, anche per responsabilità dei suoi protagonisti, è sembrata 'fuori moda'.

Poi, alcune novità tecniche e nuove disponibilità al confronto scientifico, hanno progressivamente fornito nuove evidenze, confermando così un'antica intuizione di Freud e Balint, secondo i quali una cura può essere efficace se è capace di indagare i piani più profondi della nostra mente".


"Ci sono tanti tipi di psicoterapia. Ma è difficile capire quali sono i più efficaci. Negli ultimi decenni la terapia cognitivo-comportamentale ha avuto la meglio sulla psicoanalisi tradizionale. Ma nuovi studi mettono in dubbio i suoi risultati."


Oliver Burkeman, il noto giornalista britannico, cerca in questo nuovo numero delle risposte alla sfida lanciata dalla psicoanalisi al disagio dell'uomo contemporaneo.


A differenza delle terapie "usa e getta", dilagate negli ultimi decenni di moda cognitivo-comportamentale con risultati molto modesti sul disagio psicologico, la psicoanalisi e le terapie basate sui modelli psicodinamici, dopo le conferme scientifiche ottenute anche da parte delle neuroscienze, sembrano nuovamente tornare a calcare la scena clinica.


La psicoanalisi si conferma dunque non solo un mezzo di interpretazione e conoscenza della realtà circostante, ma le psicoterapie psicodinamiche (derivanti cioè dai vari paradigmi teorici dei diversi orientamenti psicoanalitici), si collocano in primo piano nell'ambito della psicoterapia scientifica per la loro comprovata efficacia, senza rinunciare anche una visione della psicologia e della psichiatria che riesce ancora a preservare l'unicità e la singolarità dell'essere umano.


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Ma cos'è questo Fantasma di cui tanto si parla in psicoanalisi e non solo - anche se in altri ambiti per lo più declinato al plurale? Per dirla nella maniera più semplice possibile, il Fantasma, il Fantasma fondamentale per meglio dire, può essere immaginato come una sorta di griglia, di "schema" articolato, per lo più inconscio, attraverso cui affrontiamo, viviamo, interpretiamo la realtà che ci circonda, in particolare le nostre relazioni con l'Altro (e con noi stessi). Possiamo dire che il Fantasma è il modo attraverso cui il soggetto si suppone per l'Altro e come ritiene che l'Altro a sua volta lo supponga : una sorta di lente che interponiamo tra noi e il mondo e attraverso la quale filtriamo l'esperienza che ne facciamo. In altre parole, il Fantasma - che ognuno si costruisce a modo suo a partire sin dalle su più precoci esperienze di vita - è ciò che condiziona il modo attraverso cui ognuno di noi vive la propria vita, da quando è piccolo, fino a quando muore. Per Lacan, però, il Fantasma è almeno altre due cose: 1) una sorta di piattaforma "girevole" entro cui circola, si muove, "corre come un furetto", il desiderio , cercando continuamente dove collocarsi e soprattutto come uscirne; 2) una struttura che conferisce consistenza al soggetto , soprattutto quando deve affrontare ciò che non conosce, ciò di fronte a cui può sentirsi solo e perso, vale a dire il Reale , il reale soprattutto del proprio desiderio. Il Fantasma è dunque non solo ciò che ci condiziona e ci imbriglia, ma anche ciò che ci sostiene nei momenti decisivi. Lacan collega dunque il Fantasma al desiderio in quanto è attraverso di esso che il soggetto si illude di intravedere e acciuffare l'oggetto del proprio desiderio: " E' nelle maglie dell'articolazione del fantasma soggettivo che il desiderio compie i suoi giri senza trovarvi mai un punto di arresto: se è nel fantasma che il soggetto cerca da una parte l'aggancio del suo desiderio verso l'Altro, è nel fantasma stesso che vi trova dall'altra la difesa nei confronti dell'angoscia di precipitarvi del tutto ." (Lacan) Vuole dire che, se, da una parte, il Fantasma ci permette di tendere verso l'Altro , l'Altro del nostro desiderio, dall'altra, esso è anche ciò che ci permette di non "precipitarvi del tutto", per questo, nella famosa formula del fantasma ($◇⍺) , Lacan, tra il Soggetto ($) e l'oggetto del desidero (⍺) sceglie il "punzone" (◇) che indica una relazione di attrazione e di respingimento al tempo stesso. Ora, in conseguenza dell'esistenza del Fantasma soggettivo, il rapporto col mondo non può essere mai del tutto obiettivo e mai diretto, ma è sempre mediato, e dunque un po' "distorto" e "interferito" dal Fantasma stesso. E' soltanto attraverso l'esperienza psicoanalitica che si viene prima o poi a sapere di questo fantasma, e a riconoscerlo come proprio. Ed è soltanto in analisi che arrivare a riconoscere il proprio Fantasma, il poterci fare i conti, il poterlo "attraversare", come dice Lacan, ci aiutano a farci capire -e anche cambiare- molte cose di noi, il nostro modo di vivere, il nostro modo di amare e di godere, il nostro modo di stare al mondo, con i nostri simili, in maniera più sopportabile. #fantasmasoggettivo #fantasmafondamentale #desiderio #reale #esperienzasoggettiva
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