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DESIDERIO E AMORE NON HANNO LO STESSO OGGETTO

DOTT. ERRICO EGIDIO TOMMASO • mar 28, 2018

l'irriducibile discordanza tra amore e desiderio

La psicoanalisi freudiana , in particolare quella lacaniana , ci insegna che esiste una irriducibile, radicale discordanza tra desiderio e amore , in quanto l'oggetto dell'amore non coincide mai con l'oggetto del desiderio, se non illusoriamente.

In altri termini, quando l'amante abbraccia il suo amato non incontra mai l'oggetto del suo desiderio, ma solo la figura che illusoriamente lo incarna, poiché l'oggetto che si desidera veramente è sempre altro rispetto a quello che si crede di trovare nell'amato, ed è l'oggetto perduto sin da quando il soggetto fa il suo ingresso nel mondo, ad opera della parola che i genitori gli rivolgono e tramite quel processo, la castrazione , che -come dice il nome stesso- comporta una perdita originaria, perdita che è dunque il prezzo che ognuno paga per entrare nel suddetto mondo.

Di conseguenza, ciascuno è destinato a recare in sé la traccia, il marchio, la faglia di questa perdita originaria, faglia che Lacan chiama molto efficacemente " mancanza-ad-essere ", e che -in quanto tale- fa sì che ognuno di noi si costituisca come soggetto desiderante, e quindi alla ricerca di quell'oggetto perduto che ognuno vorrebbe comprensibilmente trovare nell' Altro , il quale, però, e per lo stesso motivo, ne è anch'egli mancante, cosa che farà dire a Lacan che non esiste Altro dell'Altro .

Per la stessa ragione -dirà sempre Lacan- non esiste rapporto sessuale , dal momento che, come abbiamo visto, nel rapporto tra i sessi, quello che ognuno cerca non è mail quello che l'Altro può dargli, e dunque per questo, in amore -dice ancora Lacan- "si dà quello che non si ha", che è poi anche quello che l'Altro non vuole.

Insomma, in amore, i due che si amano stanno insieme cercando e scambiandosi sempre altro rispetto a quello che in effetti ciascuno dei due nell'Altro cerca e dall'Altro si aspetta.

Come può essere allora sopportata una discordanza così strutturale tra desiderio e amore, riuscendo addirittura, coloro che si amano, a continuare a trovare comunque l'amore come qualcosa di delizioso, pur esponendoli l'amore stesso a una tale frustrazione del desiderio?

Innanzitutto perché, se pure l'amore frustra il desiderio in quanto ricerca dell'oggetto che l'altro non può dare, in effetti proprio per questo costantemente ne è invece la causa , e poi perché si può godere, anzi si gode di più, laddove il desiderio viene causato, piuttosto che lì dove venisse soddisfatto completamente.

In altre parole, è solo se si riesce a sopportare lo scarto tra desiderio e amore - questa irriducibile discordanza tra desiderio e amore che permetterà a Lacan di dire finanche che "si può amare una persona e desiderarne un'altra" - che si potrà stare nell'amore essendone addirittura felici. Diversamente, se tale discordanza diventa insopportabile perché si pretende che l'amato sia per forza in grado di soddisfare ogni desiderio, e di mettere l'altro al riparo dalla propriaa "mancanza-ad-essere-" per dimostrargli, o dimostrarle, che c'è Altro dell'Altro, allora l'amore può sconfinare nell' odio , e anche in un attimo, trasformarsi, da quella cosa ineffabile e meravigliosa che unisce due che si amano, in quel qualcosa di terribile che può far sì che quelli che credevano di amarsi, amandosi, arrivino finanche a distruggersi.

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Ma cos'è questo Fantasma di cui tanto si parla in psicoanalisi e non solo - anche se in altri ambiti per lo più declinato al plurale? Per dirla nella maniera più semplice possibile, il Fantasma, il Fantasma fondamentale per meglio dire, può essere immaginato come una sorta di griglia, di "schema" articolato, per lo più inconscio, attraverso cui affrontiamo, viviamo, interpretiamo la realtà che ci circonda, in particolare le nostre relazioni con l'Altro (e con noi stessi). Possiamo dire che il Fantasma è il modo attraverso cui il soggetto si suppone per l'Altro e come ritiene che l'Altro a sua volta lo supponga : una sorta di lente che interponiamo tra noi e il mondo e attraverso la quale filtriamo l'esperienza che ne facciamo. In altre parole, il Fantasma - che ognuno si costruisce a modo suo a partire sin dalle su più precoci esperienze di vita - è ciò che condiziona il modo attraverso cui ognuno di noi vive la propria vita, da quando è piccolo, fino a quando muore. Per Lacan, però, il Fantasma è almeno altre due cose: 1) una sorta di piattaforma "girevole" entro cui circola, si muove, "corre come un furetto", il desiderio , cercando continuamente dove collocarsi e soprattutto come uscirne; 2) una struttura che conferisce consistenza al soggetto , soprattutto quando deve affrontare ciò che non conosce, ciò di fronte a cui può sentirsi solo e perso, vale a dire il Reale , il reale soprattutto del proprio desiderio. Il Fantasma è dunque non solo ciò che ci condiziona e ci imbriglia, ma anche ciò che ci sostiene nei momenti decisivi. Lacan collega dunque il Fantasma al desiderio in quanto è attraverso di esso che il soggetto si illude di intravedere e acciuffare l'oggetto del proprio desiderio: " E' nelle maglie dell'articolazione del fantasma soggettivo che il desiderio compie i suoi giri senza trovarvi mai un punto di arresto: se è nel fantasma che il soggetto cerca da una parte l'aggancio del suo desiderio verso l'Altro, è nel fantasma stesso che vi trova dall'altra la difesa nei confronti dell'angoscia di precipitarvi del tutto ." (Lacan) Vuole dire che, se, da una parte, il Fantasma ci permette di tendere verso l'Altro , l'Altro del nostro desiderio, dall'altra, esso è anche ciò che ci permette di non "precipitarvi del tutto", per questo, nella famosa formula del fantasma ($◇⍺) , Lacan, tra il Soggetto ($) e l'oggetto del desidero (⍺) sceglie il "punzone" (◇) che indica una relazione di attrazione e di respingimento al tempo stesso. Ora, in conseguenza dell'esistenza del Fantasma soggettivo, il rapporto col mondo non può essere mai del tutto obiettivo e mai diretto, ma è sempre mediato, e dunque un po' "distorto" e "interferito" dal Fantasma stesso. E' soltanto attraverso l'esperienza psicoanalitica che si viene prima o poi a sapere di questo fantasma, e a riconoscerlo come proprio. Ed è soltanto in analisi che arrivare a riconoscere il proprio Fantasma, il poterci fare i conti, il poterlo "attraversare", come dice Lacan, ci aiutano a farci capire -e anche cambiare- molte cose di noi, il nostro modo di vivere, il nostro modo di amare e di godere, il nostro modo di stare al mondo, con i nostri simili, in maniera più sopportabile. #fantasmasoggettivo #fantasmafondamentale #desiderio #reale #esperienzasoggettiva
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